BREVE STORIA della Guerra Fredda

Introduzione 

La Guerra Fredda non è stata solo antagonismo per delle sfere di influenza ma un conflitto ideologico e strategico per il futuro dell’ Europa e poi del mondo.

Una guerra fredda cos’è? Il termine fu usato già nel 1945 da George Orwell che, riflettendo sull’ effetto della bomba atomica, intravedeva una rivalità in cui USA e URSS, non potendo sconfiggersi, avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. Due anni dopo l’ opinionista americano Walter Lippmann lo utilizzò per descrivere l’ antagonismo Mosca - Washington. Nel discorso pubblico dell’ Occidente il termine guerra fredda si usava per descrivere la condizione di ostilità imposta da una minaccia sovietica alla quale bisognava rispondere con fermezza. è Con il passare degli anni il termine finì per connotare un’ intera epoca in cui quanto più la rivalità bipolare si prolungava tanto più si assestava in una paradossale stabilità è PACE IMPOSSIBILE-GUERRA IMPROBABILE.

Benchè il termine sia ormai diventato sinonimo di rivalità bipolare che caratterizzò il quarantennio seguito alla Seconda guerra mondiale la nozione di guerra fredda ha una sua specificità concettuale è reciproca negazione di legittimità tra due avversari che, pur attenti a non precipitare nello scontro bellico diretto, si ritengono impegnati in una lotta mortale.

La guerra fredda non fu solo un conflitto ideologico assoluto – come l’ esattezza concettuale vorrebbe – ma non fu neppure un normale antagonismo di potere. Potenza e cultura, geopolitica e ideologia, interagirono costantemente nel dettare le mosse che dovevano innanzitutto scongiurare l’ avanzamento dell’ avversario, poi accrescere la propria capacità di attrazione e condizionamento internazionale e , in ultima analisi, disegnare i lineamenti del mondo del domani. è Questo perché i due sistemi ideologici che definivano l’ Est e l’ Ovest, il socialismo e il capitalismo liberale, avevano in comune il fatto di essere eminentemente trasformativi. Erano filosofie del rinnovamento è entrambi i progetti scaturivano dal collasso dell’ ordine europeo del 1914, a cui volevano dare risposte diametralmente opposte. La diplomazia di Stalin scaturiva da un immaginario storico che postulava un conflitto insanabile tra comunismo e capitalismo, ed era perciò calibrata per una lunga guerra di posizione la cui posta sarebbe stata l’ affermazione del socialismo su scala universale. Gli statisti americani miravano a due sistemazioni postbelliche: volevano ridefinire il capitalismo internazionale, collegandone i poli principali in un sistema che producesse prosperità invece che depressione, liberismo di mercato invece che nazionalismo e autarchia, consenso invece che conflitto e intendevano proteggere tale sistema dal comunismo al quale contrapponevano la visione di una modernità democratica del consumo e della libertà individuale. Per entrambe le superpotenze il fulcro del conflitto era l’ esistenza del comunismo al di fuori dell’ Unione Sovietica.

Nella sua fase iniziale la guerra fredda nasce attorno alla duplice esigenza di rifondare una società libera dal fascismo e circoscrivere l’ influenza del comunismo. L’ epoca della guerra fredda coincide con il momento cardinale delle maggiori trasformazioni del mondo contemporaneo : decolonizzazione, democratizzazione, globalizzazione.

URSS: ideologia rivoluzionaria, estrema militarizzazione e economia semiautarchica non aveva le risorse necessarie per attrarre alleati importanti e articolare un modello di sviluppo credibile, tanto da divenire essa stessa emblema di immobilismo e arretratezza.

STATI UNITI: mostravano di essere la principale forza trasformatrice del XX secolo capace di edificare una supremazia mondiale fondata sulla costruzione di un’ economia mondiale che integrava società diverse.

Globalizzazione e guerra fredda sono fenomeni distinti e sono parzialmente sovrapposti. La convinzione americana che per superare i nazionalismi economici fosse necessario integrare l’ occidente e compattarlo in un poli di solidarietà politica oltre che di liberalizzazione economica è una delle radici della guerra fredda.

Una caratteristica della guerra fredda fu quella di essere combattuta non sui campi di battaglia ma nella sfera della rappresentazione intorno a categorie e principi ( libertà e liberazione, deterrenza e credibilità, integrazione e sovranità).

Va detto che in questo periodo se i sovietici furono particolarmente efficaci nell’ esercitare il controllo poliziesco sui propri alleati e impadronirsi di tecnologie occidentali, gli Stati Uniti svilupparono le migliori tecnologie per sorvegliare e spiare le forze armate avversarie. Il gioco dello spionaggio reciproco finì per essere uno spazio di guerra clandestina tra apparati che si annullavano vicendevolmente più che una funzione strategica decisiva per la conduzione della guerra fredda.

 

Capitolo primo – Origini della guerra fredda (1944-1949)

 

Nessuno voleva una guerra fredda, non era stata pianificata e non era prevista, per lo meno nelle forme rigide che poi assunse. Quello che si andava delineando negli anni successivi alla 2° GM era una geografia di potenza in cui Stati Uniti e Unione Sovietica primeggiavano.

La guerra fredda prese forma quando l’ URSS di Stalin non poteva concepire la coesistenza internazionale se non in chiave intrinsecamente conflittuale e il governo degli Stati Uniti, insieme a larga parte delle elite europee, si convinse che una ferma contrapposizione ai sovietici fosse la via più efficace (e meno pericolosa) per promuovere interessi, ideali e identità di una coalizione occidentale che prese a definirsi come “mondo libero”.

  1. Orizzonti e aspettative

La devastazione dell’ Europa non aveva precedenti. Non c’ era solo bisogno di una ricostruzione fisica. Il cedimento difronte all’ offensiva nazista, le ampie complicità che il progetto di un nuovo ordine europeo aveva incontrato, l’ incapacità dell’ Europa continentale di liberarsi da sola dall’ occupazione e l’ incipiente crisi degli imperi europei difronte ai movimenti per l’ indipendenza imponevano a ogni paese di rifondare la nazione e ripensare il patto politico fondamentale tra stato e cittadini.

Ci si trovava difronte ad un diffuso desiderio di cambiamento che portasse rassicurazione e pacificazione politica. La gente desiderava costruire un mondo nuovo ma senza scoinvolgimenti.

La potenza tedesca era svanita e tutti intendevano impedire che potesse risorgere. Quella francese si era sgretolata e nel 1940 pochi credevano in una sua rinascita. Sull’ intero continente non c’era la forza tale da poter controbilanciare l’ URSS, si prospettava quindi un condominio di potenza tra sovietici e britannici.

I britannici consapevoli della propria debolezza strategica e finanziaria (dipendenti dai crediti americani) cercarono di ipotecare il dopoguerra intorno a tre pilastri:

  1. Contenere quanto più a oriente possibile la preponderanza militare sovietica, concordando con Stalin sfere d’ influenza che legittimassero la preminenza sovietica in Europa orientale e quella britannica dell’ Europa occidentale e mediterranea .

  2. Impedire che l’ incerto destino postbellico della Germania potesse risolversi a favore dell’ URSS. Grazie al suo patrimonio tecnico e industriale la Germania restava il baricentro del continente. Un controllo sovietico o il passaggio della Germania neutrale a Mosca avrebbe consegnato all’ URSS una posizione di preponderanza schiacciante.

  3. Se la GB doveva garantire la stabilità dell’ Europa occidentale e magari guidare uno schieramento di stati capaci di bilanciare la forza sovietica in centro Europa, era vitale che gli USA non si disimpegnassero dalla ricostruzione europea, restassero a fianco della GB ed esercitassero il contrappeso decisivo alla potenza sovietica.

Era utile perseguire una cooperazione a 3 (USA, GB, URSS) anche dopo la guerra: per avere alcuni decenni di pace e rendere difficile un’ alleanza antisovietica, per consolidare il ruolo dell’ URSS e perché la burocrazia sovietica vedeva il bisogno di ottenere crediti dagli Stati Uniti e ampie riparazioni dalla Germania.

Stalin voleva ricostruire il dominio territoriale è tornando alle frontiere della Russia zarista perse nel 1918 è era primo tassello di sicurezza fondata sul dominio territoriale. Il secondo tassello era il controllo sui paesi dell’ Europa orientale in modo da formare una fascia per cui non potessero più giungere aggressioni. Il terzo era il controllo sulla Germania.

Questa concezione staliniana di sicurezza totale fondata sulla potenza militare del paese e la sua capacità unilaterale di dominio territoriale comprendeva una componente imperiale (espansionismo russo della tradizione zarista) e una componente che riguardava la codificazione staliniana del pensiero leninista con il suo duplice assunto della guerra come conseguenza inevitabile dei conflitti del capitalismo e della rivalità internazionale come manifestazione della lotta di classe e perciò irriducibile.

Scenario del 1945 è delinearsi delle ostilità tra capitalismo e socialismo.

Il dopoguerra doveva portare ad una fase di consolidamento del potere sovietico, per questo era necessario proseguire la collaborazione con gli alleati.

1941 è Stalin riesce ad espandere il suo controllo nei territori dell’ Europa dell’ est. Washington e Londra volevano limitare la sovietizzazione, per questo ci si accordò sulla suddivisione della Germania in zone di influenza.

Sulle parti d’ Europa in cui Stalin non aveva il controllo diretto egli intendeva estendere forme di controllo indiretto attraverso la cooperazione con gli alleati occidentali.

La Germania non doveva tornare ad essere una potenziale minaccia e non doveva cadere sotto il controllo unilaterale di una sola potenza è questo punto era condiviso da tutti.

Zona di occupazione sovietica in Germania: repressione, terrore, saccheggi, stupri.

USA è dopoguerra è potenza che poteva offrirsi al mondo come esempio di organizzazione sociale  ( raddoppiata la produzione industriale / aumento della ricchezza procapite del 60% / primato tecnologico in quasi tutti i settori / erano i creditori di tutta l’ alleanza).

USA è forti della loro indispensabilità come creditori negoziavano, soprattutto con i britannici, una serie di accordi definiti nella conferenza internazionale di Bretton Woods è il dollaro sarebbe stato il perno del nuovo sistema monetario capace di dare credito ma anche disciplina all’ economia mondiale; due nuove istituzioni (Banca mondiale e Fondo monetario internazionale ) avrebbero fornito crediti per la ricostruzione e finanziamenti ai paesi in temporanee difficoltà con i pagamenti. Il sistema di Bretton W. Offriva il credito statunitense come leva con cui avviare la liberalizzazione dei commerci e avviare la crescita economica.

Nel pianificare la strategia di guerra si era perciò consolidata una concezione estesa della sicurezza nazionale. Una volta traslata sul mondo post bellico essa si articolava su 3 postulati essenziali:

  1. Non si poteva consentire a nessuna potenza ostile di giungere a controllare le grandi risorse dell’ Eurasia.

  2. Gli USA dovevano mantenere il predominio sui cieli e sui mari, ottenendo basi e diritti di transito oltreoceano, per spostare fuori dall’ emisfero americano le frontiere avanzate della propria difesa.

  3. Il paese doveva mantenere una supremazia strategica tale da assicurargli un ruolo di arbitrio e garante nella collaborazione diplomatica tra le grandi potenze vincitrici che s’ intendeva istituire.

  • Si affidava all’ egemonia americana il compito di garantire stabilità e crescita internazionale.

Roosvelt riteneva essenziale la cooperazione con i sovietici e visto il fallimento della vecchia società delle nazioni egli proponeva che al vertice della nuova istituzione sedessero le potenze vincitrici con il compito di garantire la sicurezza nelle rispettive aree di influenza.

1945 è Roosvelt muore è Truman è intendeva proseguire con le linee di Roosvelt  ma era anche propenso a far valere la forza americana. Al cessare delle ostilità in Germania i rifornimenti bellici all’ URSS vennero bruscamente interrotti ; nel momento in cui la guerra in europa terminava gli Stati Uniti chiedevano a Mosca il riconoscimento del primato americano. USA e URSS stavano diventando i punti cardinali di un nuovo sistema internazionale.

I sovietici vedevano la propria sicurezza nel dominio territoriale, gli Stati Uniti nell’ interdipendenza e nell’ apertura dei mercati.

 

  1. Attriti, sospetti, rivalità

1945-47 è gli alleati si riuniscono per capire cosa potevano o non potevano ottenere.

Il nodo centrale è GERMANIA è luglio 1945 Postdam Stalin Truman e Attlee (britannico) si accordarono per trattare il paese in un’ unica unità economica. La Germania era divisa il 4 zone di occupazione : sovietica, americana, britannica, francese.

Il rischio che l’ URSS inglobasse nel suo raggio d’ influenza la potenza industriale tedesca era considerato lo scenario peggiore è per questo si è proceduto alla formazione della bizona che unificava o settori americani e britannici in una sola unità amministrativa cercando di creare una stabilità e una superiorità che l’ URSS non poteva minacciare.

Stalin è NO sistema di Bretton Woods è a Postdam aveva confermato l’ entrata in guerra contro il Giappone. Il presidente americano ordina lo sgancio della prima bomba su Hiroshima, questo per terminare il prima possibile la guerra con il Giappone con il minor numero di vittime americane. Entro pochi giorni il Giappone firmò la resa.

Difronte a questo cambiamento che relegava l’ URSS in un ruolo secondario il dittatore sovietico prese 2 decisioni : avviò un programma per costruire l’ atomica e ordinò l’ orientamento della politica sovietica verso la priorità della fermezza.

La bomba atomica americana rese probabilmente l’ URSS più cauta sull’ uso della forza per paura di scatenare una guerra ma anche meno collaborativa per paura di apparire debole.

Nel frattempo Stalin annunciò l’ avvio di una nuova stagione di sviluppo forzato è la dittatura sovietica perseguiva un disegno espansionistico che andava ostacolato!

Gli USA avrebbero affidato le loro armi atomiche all’ ONU solo quando fosse stato accertato che nessun altro le stava costruendo, i sovietici non avrebbero mai rinunciato al loro progetto nucleare. Gli americani erano sempre più convinti del fatto che Mosca perseguisse una politica di destabilizzazione e di penetrazione nel mediterraneo e in Europa.

Il dopoguerra aveva visto una ripresa degli investimenti e della produzione in quasi in tutti i paesi ma in condizioni di precarietà; nessun paese esportava abbastanza da finanziare i suoi acquisti indispensabili di beni alimentari, materie prime e beni d’ investimento è i governi europei chiedevano continuamente nuovi crediti agli USA, che tuttavia non erano sufficienti per ricoprire tutto.

  1. Rottura e contenimento: la mobilitazione dell’ America

Svolta quando la GB comunicò di non poter più offrire aiuti al governo greco in lotta contro le formazioni comuniste armate emerse dalla resistenza.

12 marzo 1947 Truman si rivolge al Congresso chiedendo di finanziare una missione di aiuti ad Atene per sostenere i popoli liberi. La dottrina Truman impegnava l’ America a guidare la lotta di un mondo contro l’ altro.  Il presidente degli Stati Uniti chiudeva il dopoguerra, ridefiniva la dinamica internazionale intorno ad un antagonismo bipolare e dava inizio alla guerra fredda.

Per combattere una guerra non era però sufficiente un discorso e neppure una missione di aiuti finanziari, tecnici e militari alla Grecia. Nei mesi successivi il governo americano elaborò la teoria del contenimento e uno strumento operativo il Piano Marshall.

CONTENIMENTO: abile e vigile applicazione di controforza lungo un arco sempre mutevole di punti geografici e politici, corrispondenti alle svolte e alle manovre della politica sovietica. La funzione urgente del contenimento era quella di arginare la disgregazione in Europa occidentale e negare l’ opportunità di espansione a Stalin.

USA è era necessario un intervento per restaurare la salute economica della società europea, perché con un Europa in crisi gli USA avrebbero visto in pericolo la loro concezione di un’ economia liberale. Per scongiurare questo scenario il 5 giugno 1947 Marshall annunciò un piano straordinario di aiuti di durata quadriennale. La proposta era indirizzata principalmente all’ Europa occidentale mentre non c’ era alcuna intenzione di offrire aiuti a Mosca. Quando i sovietici videro il crearsi di un blocco europeo occidentale si ritirarono.

Qui inizia la guerra fredda è Stalin doveva decidere se aprire la propria sfera all’ interazione con l’ Occidente oppure di isolarsi in un arroccamento difensivo. Mosca avviò la formazione di un blocco chiuso e rigidamente controllato in Europa orientale.

 

  1. Due Germanie, due Europe

Il fronte decisivo della guerra fredda era ancora quello tedesco.

Germania unita e neutrale adombrava un duplice rischio : se debole sarebbe stata sucube dei sovietici, se forte avrebbe potuto costituire una minaccia per tutti.

USA, GB, FR si accordavano per la formazione di una rep. Tedesco-occidentale demilitarizzata e sottoposta a controlli internazionali. L’ amministrazione Truman procedeva ad una profonda ristrutturazione dell’ intero sistema di sicurezza.

Riarmo sovietico è mirava ad esercitare una certa deterrenza verso l’ intero occidente è dilemma della sicurezza (il rafforzamento di ciascuno provocava timori nell’ avversario).

Nel frattempo Berlino era sottoposta al controllo dei 4 vincitori, nel 1948 le truppe sovietiche bloccano la città. Sia Truman che Attlee (GB) decisero di non sottomettersi al blocco, l’ ipotesi di sfondarlo con unità militari fu scartata perché si sarebbe giunti ad una guerra. Il blocco si poteva aggirare per via aerea e durò 322 giorni fino a quando i Berlinesi scesero in piazza per protestare: poco dopo i sovietici posero fine al blocco.

Si formano due germanie:

RFT (REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA) nasceva sui territori delle zone occidentali d’ occupazione, la repubblica era sovrana sulle questioni interne ma disarmata e sottoposta alla tutela dei tre alleati per la politica internazionale.

RDT (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA) nasce nella zona sovietica con un regime comunista sostenuto e vigilato da Mosca.

4 aprile 1949 nasce l’ Alleanza Atlantica, un trattato di difesa collettiva che per gli europei vincolava la potenza americana a difesa della loro sicurezza. Per gli USA l’ alleanza istituzionalizzava la loro leadership sulla coalizione occidentale.

Le società europee occidentali erano un modello di prosperità e libertà individuale, quelle orientali invece evidenziavano la rigida subordinazione gerarchica della società allo stato, dello stato al partito comunista e di quest’ ultimo a Mosca.

Gli storici hanno discusso a lungo sulle cause della guerra fredda, spesso si è stati indotti a vedere in Stalin il fattore decisivo, ma Stalin non voleva la guerra fredda. Tutte le decisioni che portarono a questa guerra furono attivate dagli americani: la dottrina Truman, il contenimento e l’ opzione per una Germania divisa entro una coalizione occidentale alimentata dal Piano Marshall.

 

 

Capitolo 2- Il bipolarismo militarizzato 1950/1956

La guerra fredda era una relazione dinamica e mutevole, ogni equilibrio era perciò transitorio. Washington e Mosca dovettero imparare a prendere le misure dell’ avversario; la rivalità bipolare non era un gioco diplomatico ristretto ai pochi statisti ed esperti che lo gestivano. In una società aperta e democratica come quella americana essa influiva sulla competizione politica, trasformava la cultura pubblica e innescava esasperazioni ideologiche che ne incanalavano l’ andamento.

La guerra fredda non si esauriva nei confini in cui era sorta, negli anni ’50 si assistette ad un evoluzione della guerra fredda, ci fu una ramificazione della guerra fredda in altre aree del mondo dove si tradusse anche in sanguinose guerre locali.

 

  1. Una sconfitta in qualsiasi luogo è una sconfitta ovunque

Il Cremlino aveva visto svanire le sue speranze di influenza continentale e si trovava a gestire la metà più debole del bipolarismo (un bipolarismo asimmetrico). Mosca aveva però rafforzato il controllo sui paesi dell’ Est tramite un’ ondata repressiva che ebbe come apice le purghe dei partiti comunisti.

Oltre a questo nel 1949 i sovietici fecero esplodere la prima atomica e nel frattempo il partito comunista cinese guidato da Mao Zedong concludeva l’ offensiva finale della guerra civile che l’ aveva contrapposto alle forze nazionaliste di Chiang Kai-shek. Il 1 ottobre 1949 nasceva a Pechino la Repubblica popolare cinese, mentre i nazionalisti si rifugiavano sull’ isola di Taiwan.

Il comunismo sembrava improvvisamente capace di estendere la sua influenza in un continente percorso da grandi tensioni anticoloniali.

Mao vedeva negli USA una minaccia e un nemico della rivoluzione. Mao si reca da Stalin e si offre come alleato nella lotta contro l’ imperialismo occidentale. Stalin vede Pechino come un utile partner e il 14 febbraio 1950 la Cina e l’ URSS siglano un trattato di alleanza.

Nel frattempo il maccartismo (periodo della storia degli USA caratterizzato dal sospetto anticomunista) usato come metodo di lotta politica contro i democratici e l’ amministrazione Truman. La cultura pubblica tendeva ad uniformarsi intorno ad un americanismo patriottico, virile e cristiano che comprimeva il libero confronto delle idee. Il maccartismo durò solo fino al 1953, fu una campagna di repressione dei comunisti, un’ opera di conformazione delle istituzioni e della cultura politica ai dogmi della guerra fredda e un processo di riduzione degli spazi di libertà di opinione.

Stalin aveva investito molto sullo spionaggio sia politico che scientifico con particolare attenzione al progetto nucleare.

L’ atomica sovietica non superava il primato americano ma alterava la situazione.

In questo clima di allarme ideologico nel 1950 la direttiva del National Security Council dettava l’ atteggiamento degli USA per molti anni a venire. Il punto di partenza era una valutazione dell’ URSS non più come potenza ostile ma come “fede fanatica, antitetica alla nostra che cerca di imporre la propria autorità sul resto del mondo”.

La lezione di monaco (secondo la quale una dittatura aggressiva andava contrastata immediatamente) dettava l’ urgenza di arginare subito il Cremlino.

Per questo gli USA e gli alleati cercarono un rapido aumento della forza politica tramite il rafforzamento dell’ apparato militare capace di affrontare le sfide che potevano sorgere in Europa o in Asia. Bisognava dunque rafforzare l’ occidente e i propri alleati europei.

 

 

  1. Guerra in Corea

Stalin autorizza la prima grande operazione militare della guerra fredda. 1950 le truppe nord coreane invasero la corea del sud.

Dopo la sconfitta del Giappone le forze di occupazione americane e sovietiche avevano dato vita a 2 formazioni sulla penisola coreana:

  • A sud quella filo occidentale (Syngman Rhee) . Americani

  • A nord quella comunista (Kim II Sung). Sovietici

Kim iniziò a chiedere un aiuto sovietico per unificare l’ intero paese sotto il suo controllo, dapprima contrario poi Stalin cambiò idea e autorizzò l’ operazione ad una condizione: l’ URSS avrebbe fornito armi e consiglieri americani ma non sarebbe intervenuta con le sue forze. Stalin prevedeva un rapido successo ma non voleva rischiare di trovarsi coinvolto in uno scontro diretto.

L’ aggressione di Kim evidenziò subito l’ errore di calcolo, Truman era convinto che se l’ aggressione fosse stata lasciata impunita avrebbe portato alla terza GM. Il presidente la vide come una sfida diretta e dispose subito l’ invio di forze americane sul campo di battaglia e chiese al consiglio dell’ ONU di autorizzare l’ intervento. L’ assenza del delegato sovietico consentì l’ approvazione di una risoluzione che impegnava le nazioni unite in difesa della sovranità della Corea del Sud.

Truman avviò un perimetro di contenimento intorno alla Cina e predispose un bilancio che quadruplicava le spese americane per la difesa per costruire un’ ampia struttura militare. Inoltre era necessario predisporre una solida difesa militare dell’ Europa, questo significava riarmare la Germania occidentale.

Nel frattempo le truppe nord coreane erano state fermate e la corea del nord si trovò indifesa.

Gli americani, convinti che cinesi e sovietici fossero troppo preoccupati per la propria sicurezza per intervenire, gli americani decisero di varcare i confini penetrando a Nord.

Stalin ansioso di evitare  uno scontro diretto con gli USA rovesciò sui cinesi la responsabilità dell’ esito della guerra.

Sollecitò Mao a inviare 5/6 divisioni per proteggere i nordcoreani e assicurò il sostegno sovietico in caso di attacco alla Cina.

Incalzato da forze superiori l’ esercito Nord coreano si disgrevava.

I cinesi non tolleravano la presenza di truppe americane nel proprio confine e entrano in Corea lanciando un’ offensiva travolgente. La ritirata americana si fermò nell’ inverno quando riuscirono a contenere i cinesi; una serie di battaglie sanguinose riuscì a stabilizzare il fronte attorno al 38° parallelo.

La guerra tra le grandi potenze cominciava ad apparire devastante e non risolutiva. Il conflitto bipolare non doveva arrivare ad uno scontro diretto.

La guerra finì nel luglio 1953 quando la morte di Stalin aprì la strada all’ armistizio che definiva la separazione tra le due Coree tutt’ ora in vigore.

La guerra fredda veniva combattuta sulle raffigurazioni della società e del suo futuro.

Il discorso occidentale era centrato sul nesso tra democrazia e prosperità, utilizzando l’ immagine seducente del benessere americano si esaltava un nuovo modello produttivo e di consumi.

Il discorso comunista, viceversa, si incentrava sulle denunce dello sfruttamento o sul nesso tra capitalismo guerra.

 

  1. Due blocchi militari

La principale ripercussione della guerra in Corea fu il riarmo dell’ alleanza occidentale e dunque l’ avvio della corsa agli armamenti che avrebbe contraddistinto la guerra fredda nei decenni successivi.

In caso di guerra la preponderanza statunitense poteva assicurare la vittoria finale, ma nel frattempo gli alleati europei avrebbero subito la devastazione nucleare; ci volevano forze convenzionali schierate sul terreno per esercitare una deterrenza più completa.

La CECA e l’ ipotizzata CED ( comunità europea di difesa) costituivano il vero e proprio trattato di pace postbellico tra Francia e Germania.

Le ipotesi di integrazione europea avevano l’ appoggio degli USA, il rafforzamento politico degli alleati era una delle chiavi del contenimento e poteva essere una chiave per facilitare il riarmo.

Il riarmo fu sovvenzionato dagli USA che spostarono i loro aiuti dagli investimenti civili del Piano Marshall al Mutual Security Aid orientato a costruire infrastrutture e industrie necessarie alla difesa > continuava la fuoriuscita di dollari dagli USA.

Il riarmo occidentale corrispose un analogo sforzo sovietico di costruzione di un’ imponente armata capace di occupare l’ Europa continentale. I sovietici avevano bisogno di controllare militarmente l’ Europa orientale e controbilanciare la supremazia globale americana con una spiccata superiorità continentale.

1952 : Stalin propone agli occidentali di discutere la riunificazione di una Germania neutrale, indipendente, smilitarizzata e libera da tutti gli eserciti stranieri. La divisione della Germania era ormai accettata come la soluzione meno rischiosa e nessuno voleva riaprire il problema; le diplomazie occidentali non risposero alla nota di Stalin.

Scioperi a Berlino causati dall’ intensificazione della produttività del lavoro, in quest’ occasione abbiamo la prima grande rivolta nel blocco sovietico, la rivolta venne repressa nel sangue.

I dirigenti sovietici capirono che era necessario migliorare le condizioni di vita della popolazione e sospingere i regimi satelliti verso una maggiore efficienza e legittimità, ma tutti i tentativi di riforma si infrangeranno.

Le due Germanie erano i fronti contrapposti dei due grandi blocchi militari. Questa stabilizzazione geopolitica resterà invariata fino al 1990.

 

  1. Coesistenza pacifica?

Gli eredi di Stalin volevano vedere una crescita del benessere. Con Chruscev fu avviata una stagione di cambiamenti. Circa un milione di prigionieri venne liberato dai Gulag e le persecuzioni staliniane furono bloccate. Egli vedeva nella guerra fredda una politica di arricchimento dell’ URSS e a differenza di Stalin guardava con attenzione alla possibilità di rafforzare le alleanze del blocco socialista al di fuori dell’ Europa e di aprire canali di collaborazione con paesi neutrali.

Il Cremlino vedeva nel Terzo mondo la dimensione futura in cui si sarebbe deciso lo scontro storico tra capitalismo e socialismo.

In questo periodo si supera la prima fase della guerra fredda incentrata sull’ Europa e sulla definizione degli assetti post-bellici e allo stesso tempo cresceva la paura di una possibile guerra nucleare.

 

  1. 1956

XX Congresso del partito comunista sovietico: rigettata l’ idea dell’ inevitabilità della guerra ed è stata elevata a dottrina la nozione di coesistenza pacifica.

Si ebbe un effetto destabilizzante sull’ Europa dell’ Est: manifestazioni dei lavoratori in Polonia, abbattimento delle statue di Stalin in Ungheria. Il regime comunista si stava sgretolando e la sua caduta poteva innescare sollevazioni anche negli altri paesi dell’ Est mettendo in pericolo la stabilità e forse l’ esistenza stessa del blocco sovietico.

1956 è CRISI DI SUEZ è Si tratta di un conflitto che vide opporsi l’ Egitto all’ occupazione militare del Canale di Suez da parte di FR, GB e Israele. La crisi si concluse quando minacciò di intervenire al fianco dell’ Egitto e gli Stati Uniti, temendo l’ allargamento del conflitto, costrinsero inglesi, francesi e israeliani al ritiro. Per la prima volta USA e URSS si accordarono per garantire la pace.

Il 1956 segnava un deciso assestamento dell’ ordine bipolare in Europa. Gli europei erano subordinati alle superpotenze, in particolare agli USA.

Il segnale fondamentale che veniva da Suez era che Washington e Mosca assumevano un peso crescente difronte al mondo arabo e negli altri teatri della decolonizzazione. La guerra fredda dunque si espande in Asia, Africa e America latina diventando un conflitto globale.


Capitolo terzo- Un antagonismo globale 1957/1963

 

1945: Nazioni Unite. Nel 1975 l’ ONU annoverava 144 stati indipendenti (oggi sono 192).

Con una capacità di distruzione reciproca senza precedenti Stati Uniti e URSS si affacciavano su una condizione di effettiva interdipendenza. La tentazione di usare la diplomazia atomica per ottenere vittorie simboliche, posizioni vantaggiose e influenza nel terzo mondo portò alle crisi più pericolose dell’ intera guerra fredda. I terreni di battaglia si erano spostati fuori dall’ Europa.

Mantenere la pace era diventato un interesse condiviso, per il quale iniziava a premere un’ opinione pubblica internazionale sempre più allarmata.

 

  1. Indirizzare il vento del cambiamento

Le economie postcoloniali avrebbero avuto bisogno di una crescita molto rapida per migliorare le condizioni materiali di popolazioni in forte aumento ma erano povere di capitali e di infrastrutture e inserite in un sistema di scambio ineguale tra le loro risorse agricole e minerarie e i prodotti industriali della metropoli.

Il Terzo mondo era vario, i suoi governi comprendevano una vasta gamma di ideologie politiche. La varietà religiosa, culturale e antropologica delle sue società era immensa. Gli USA erano epicentro e simbolo dell’ ordine economico che il Terzo mondo subiva come fonte di ingiustizia e di sottosviluppo.

Dopo la sconfitta della Francia in Vietnam nel 1954 la decolonizzazione iniziò ad imporsi sullo scenario mondiale.

L’ unità del terzo mondo fu però un’ aspirazione più che una realtà consolidata e molti conflitti intaccarono la neutralità dei paesi coinvolti e sminuirono l’ autorità locale di alcuni leader. Non si poteva più pensare la politica internazionale entro un orizzonte che vedeva i popoli extraeuropei come appendici delle grandi potenze, non si poteva più una gerarchizzazione razziale che attribuiva solo ai bianchi la capacità di progresso. Bisognava elaborare nuove risposte.

Fu con la Crisi di Suez che gli stati Uniti iniziarono ad appoggiare la decolonizzazione.

Per quanto riguarda lo stato sovietico esso perseguiva un’ utopia di progresso universale che guidata da un processo rivoluzionario avrebbe abbattuto il sistema imperialistico e capitalistico che ne era alla base; il suo modello economico e organizzativo consisteva in un industrializzazione pianificata dal centro e attuata in ambito separato dall’ economia mondiale.

I dirigenti sovietici si persuasero che il Terzo Mondo fosse l’ arena in cui si sarebbe deciso il confronto storico tra imperialismo e socialismo. Sul finire degli anni ’50 la possibilità che nel Terzo mondo si diffondessero posizioni radicali appoggiate da Mosca prese a suscitare allarme negli Stati Uniti.

Gli economisti vedevano nella forte crescita dell’ economia mondiale la possibilità di offrire risorse positive ai bisogni di sviluppo dei paesi più poveri, mal’ America si doveva impegnare ad offrire abbondanti aiuti tecnici e finanziari per inserire quei paesi in un circolo di interdipendenza con l’ occidente.

Alla base di quest’ aspettativa c’erano assunti culturali tanto radicati da rimanere impliciti:

1.Le culture indigene sono destinate all’ estinzione.

2.Il capitalismo post-bellico offriva un’ efficace ricetta per governare i conflitti sociali.

Le scienze sociali postulavano la possibilità di guidare la modernizzazione dall’ esterno educando le elite e i quadri del Terzo mondo alla gestione tecnocratica delle istituzioni.

Il problema politico era quello di svincolare l’ Occidente dal suo ruolo d’ ostacolo al cambiamento postcoloniale e riposizionarlo come fattore di sostegno all’ indipendenza e modello per uno sviluppo democratico: questo doveva farlo in primo luogo l’ America. Il problema era quello di canalizzare il cambiamento senza aprire spazi al comunismo e all’ influenza internazionale dell’ URSS.

Kennedy sollecitava l’ America ad aprire nuove frontiere di sviluppo mondiale; un percorso universale, fatto di tappe individuabili, che portasse verso la società industriale e del consumo; il momento di pericolo stava nella fase di transizione quando alla destabilizzazione della società tradizionale non corrispondeva ancora l’ effettivo funzionamento di quella moderna e l’ incertezza lasciava spazi al comunismo. Era questa la congiuntura in cui si trovavano buona parte delle società del Terzo mondo e qui andava concentrato l’ intervento USA.

Poco dopo l’ inaugurazione della sua presidenza Kennedy avviò un piano di aiuti per l’ America Latina dove la rivoluzione castrista aveva aperto le porte al comunismo ( c’era il rischio che esso si potesse instaurare).

ALLE SOGLIE DEGLI ANNI ’60 LE DUE SUPERPOTENZE ERANO FOCALIZZATE SUL TERZO MONDO COME LUOGO TIPICO DEL FUTURO, L’ ARENA IN CUI SI SAREBBERO DECISI I DESTINI DELLA RIVALITA’ BIPOLARE.

 

  1. I missili di Cuba

Gli osservatori dei test termonucleari (USA 1952 in un atollo del Pacifico, URSS 1953 in Asia centrale)

si sentivano alle soglie di un era in cui era possibile la distruzione totale della natura e della civiltà.

Si stava per cadere in un precipizio spaventoso. L’ India chiese all’ ONU che venissero proibite le esplosioni nell’ atmosfera. Nel 1955 Einstein e Russel stilarono un manifesto e sull’ onda di questo nasceva Pugwash (un movimento di scienziati favorevoli al dialogo tra i due blocchi per scongiurare pericoli nucleari).

Nel 1958 in GB si formò il primo movimento collettivo per il disarmo nucleare: CND ( Campaign for Nuclear Disarmament).

Gli statisti incaricati di gestire gli arsenali nucleari non ebbero mai la tentazione di liberarsene perché li consideravano una garanzia di sicurezza nazionale, ma divennero consapevoli del fatto che stavano usando la guerra come strumento di politica; se entrambi i contendenti subivano danni disastrosi la nozione stessa di vittoria era svuotata di senso. La guerra perdeva ogni funzionalità e i dirigenti sovietici postulavano la necessità di una coesistenza pacifica.

Fu Eisenhower a predisporre nel 1954 una dottrina che mirava a rendere improbabile la guerra atomica senza rinunciare ai vantaggi che la superiorità nucleare conferiva agli USA. Il presidente americano perseguiva diversi scopi:

1.Massimizzare il potere deterrente che derivava dalla propria schiacciante superiorità e porre dunque l’ avversario sovietico difronte al rischio di una guerra nucleare totale.

2.Contenere le spese dell’ apparato militare e perseguire il pareggio del bilancio.

3.Prospettare una guerra apocalittica per prevenire l’ insorgere di ogni conflitto.

Per convincere gli avversari che ogni conflitto poteva ascendere fino al massimo livello di distruzione bisognava rendere la guerra quanto più spaventosa e credibile. Preparare la guerra più distruttiva possibile per evitare che ci si arrivasse era solo uno dei paradossi che caratterizzavano le strategie nucleari. Era un tipo di deterrenza che poteva agire su potenze come Mosca o Pechino ma era senza efficacia nel Terzo Mondo, dove i conflitti erano animati da un nazionalismo che non poteva avere altr scopo se non la propria affermazione.

Metà anni ’50 la strategia sovietica era quella di raggiungere la stessa deterrenza degli USA costringendoli ad accettare una coesistenza pacifica con il comunismo. E’ in questo periodo storico che i sovietici costruiscono i missili balistici intercontinentali (ICBM); contro di loro non esisteva alcuna difesa, dopo che erano stati lanciati il governo che ne era stato bersaglio poteva solo decidere se lanciare entro pochi minuti anche i suoi.

Chruscev in una serie di interviste coltivò l’ illusione che l’ URSS fosse capace di produrre missili in serie, in realtà i missili erano solo 4 e poco efficienti. L’ effetto psicologico fu però enorme. L’ URSS lanciò da un missile il primo satellite artificiale, lo Sputnik (per la prima volta la tecnologia consentiva di andare oltre l’ atmosfera terrestre).

La competizione veniva così focalizzata sul terreno del progresso economico e scientifico e gli USA temevano che l’ URSS stesse per avere la meglio nella competizione scientifica e militare.

La buona congiuntura economica e le conquiste tecnologiche dell’ URSS mascheravano però una sostanziale, profonda inferiorità. La società sovietica rimaneva ben più povera di quella occidentale.

Per tutta la guerra fredda le infiltrazioni di spie furono numerose da entrambe le parti.

La collaborazione militare tra Cina ed URSS si era intensificata dal 1954, i sovietici iniziarono a fornire a Pechino le tecnologie per edificare un’ industria nucleare.

Mao Zedong aveva scarsa stima dei nuovi dirigenti sovietici e disapprovava la loro critica al stalinismo ed era sempre meno disposto a riconoscere il primato di Mosca nel movimento comunista internazionale. Era inoltre contrario alla coesistenza pacifica con gli USA.

Nell’ estate 1958 lanciò una strategia di crescita economica accelerata detta “Grande balzo in avanti” che avrebbe dovuto sospingere l’ industrializzazione per mezzo di una precipitosa collettivizzazione dell’ agricoltura e diffuse requisizioni. Questo balzo fallì e innescò la più grande carestia della storia. Mao accompagnò questa radicalizzazione interna con la scelta di attizzare la tensione internazionale e il 23 agosto l’ esercito di Pechino iniziò a bombardare le isole Quemoy e Matsu, occupate dai nazionalisti di Taiwan. Gli USA ventilarono la possibilità di ricorrere anche alle armi nucleari in difesa di Taiwan. Mao non voleva arrivare alla guerra con gli USA e dopo poche settimane mise fine al bombardamento.

Sconcertati dall’ atteggiamento di Mao, che ritenevano irresponsabile, i sovietici compresero che egli metteva in pericolo la strategia di distensione con gli USA e contestava la loro leadership strategica del comunismo internazionale; decisero quindi di bloccare il trasferimento di tecnologie nucleari alla Cina. Mao accusò i sovietici di voler controllare la politica estera di Pechino invece di appoggiare le sue rivendicazioni sul Tibet e Taiwan e di tradire la lotta di classe internazionale con la coesistenza pacifica.

La fine dell’ assistenza sovietica impoveriva le già difficili condizioni dell’ economia cinese, ma Pechino avviò subito un proprio programma nucleare (1964 bomba atomica).

 

  1. Il Muro di Berlino e i missili di Cuba

La superiorità strategica americana continuava a imporre ai sovietici una condizione di pericolosa vulnerabilità che ne limitava la libertà d’ azione.

Il luogo più ovvio per un braccio di ferro con l’ Occidente era Berlino Ovest, non solo per la sua intrinseca vulnerabilità; la Germania orientale era infatti il perno strategico del blocco sovietico, ma anche il suo tallone d’ Achille. La debolezza del regime costringeva Mosca a costose sovvenzioni.

Il 27 novembre 1958 Chruscev lanciò un ultimatum all’ Occidente, sperando di trascinare Eisenhower al tavolo delle trattative. Se entro 6 mesi non si fosse concluso un trattato di pace tedesco, con la fine del regime di occupazione e la fuoriuscita delle potenze vincitrici da Berlino, l’ URSS avrebbe firmato un trattato separato con la RDT lasciandole piena sovranità sugli accessi a Berlino Ovest. GB, FR,USA avrebbero allora dovuto negoziare con la RDT riconoscendone la legittimità o abbandonando Berlino ovest. Nessun governo occidentale era disposto ad abbandonare Berlino piegandosi ai sovietici.

L’ effetto di tutte le diverse posizioni fu uno stallo diplomatico tra gli occidentali.

Sotto pressione da ogni lato il leader sovietico credette di poter finalmente mettere in difficoltà gli USA quando le difese aeree sovietiche riuscirono ad abbattere il 1° maggio 1960 un aereo spia U2. Gli americani negavano, Chruscev pensò di smascherarli mostrando alla stampa internazionale pilota e aereo ma Eisenhower si assunse la responsabilità dei voli di spionaggio.

Nel frattempo Fidel Castro mirava ad incriminare l’ egemonia americana in America Centrale e fece una riforma agraria che colpiva gli investimenti USA, Washington impose sanzioni economiche all’ isola e Eisenhower ordinò alla CIA di abbattere il regime rivoluzionario cubano.

Chruscev vide in Castro l’ emblema delle lotte di liberazione che avrebbe fuso nazionalismo e socialismo in un moto antimperialista.

Il 12 aprile 1961 Jurij Gagarin percorreva un’ orbita attorno alla terra: trionfo per l’ URSS. 4 giorni dopo 1400 anticastristi armati e organizzati dalla CIA sbarcavano nella Baia dei Porci, sulla costa meridionale di Cuba. Era la prima operazione ( voluta da Eisenhower ma autorizzata da Kennedy) per innescare un’ insurrezione che rovesciasse il regime rivoluzionario. L’ esercito cubano bloccò gli esuli sulla spiaggia, Kennedy si rifiutò di impegnare le forze armate americane e l’ operazione fallì.

Chruscev pensò allora di avere difronte un interlocutore debole e presentò a Kennedy un ulteriore ultimatum su Berlino. Kennedy era ancora più propenso di Eisenhower ad accettare l’ esistenza di sue Germanie e ben deciso a evitare che la Germania Ovest divenisse una potenza nucleare.

Il Cremlino cominciò a temere uno scontro, l’ ultimatum si stava ritorcendo contro di sé. L’ economia della RDT rischiava il collasso, Chruscev autorizzò così la costruzione di un muro che impedisse ai cittadini della RDT di lasciare il paese. 13 agosto 1961 inizia la costruzione del Muro di Berlino (confine invalicabile tra settore occidentale e settore orientale).

I veri sconfitti erano i cittadini della RDT ormai prigionieri del loro stato.

Diventati presto luogo topico della guerra fredda il Muro era il segno lampante della dittatura sovietica nel mezzo di una grande capitale europea.

Se voleva perseguire la sua strategia volta a creare una sorta di parità tra le superpotenze nell’ equilibrio del terrore l’ URSS doveva innescare una leva capace di innescare un negoziato sugli armamenti.

L’ attenzione di Chruscev si spostò su Cuba, dove la minaccia di iniziative americane contro il regime di Castro non era scomparsa in seguito al fallimento della Baia dei Porci. Cuba andava difesa per salvaguardare la prospettiva di un avanzamento del socialismo sotto la guida dell’ URSS.