Il grande Albertone
ALBERTO SORDI
e la Commedia all'Italiana
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Vizi e difetti di un popolo, quello italico, visti attraverso l'ottica dei film che hanno visto come protagonista l'Albertone nazionale.



Formidabile commedia nera, con un immenso Alberto Sordi, che incanala i suoi vezzi nel tratteggiare con esilaranti esiti quest'industrialotto da quattro soldi, con stupenda amante (la Ruffo), ed una  moglie ricca ed implacabile (Franca Valeri) . Assolutamente da non perder per l'humor al vetriolo di un uomo libertino  che, cercando di pianificare un omicidio della moglie, ci rimette le penne.
Insomma,  formidabile commedia nera, un piccolo gioiello di comicità e cattiveria. Sordi perfettamente calato nei panni di un piccolo industriale sprecone e megalomane che, per salvare l'impresa dal fallimento, coinvolge i collaboratori in un piano perfetto per eliminare la ricca consorte, una Franca Valeri pungente (indimenticabile il "cretinetti" con cui si rivolge al marito).


Il Marchese Onofrio del Grillo, duca di Bracciano, guardia nobile e Cameriere segreto di sua Santità Pio VII, è il tipico rappresentante della nobiltà romana dei primi dell'Ottocento. Vive in una casa da fiaba, circondato da personaggi altrettanto fiabeschi che vivono ognuno in un mondo a sé stante e che difficilmente riescono ad inserirsi nella realtà: una madre affezionata, ma ostile e conservatrice; una parente povera di nome Genuflessa innamorata segretamente di lui; una sorella sposata e con un figlio. Siamo in piena occupazione francese e il potere temporale del Papa sembra poter essere scalzato dall'arrivo di Napoleone. Per fuggire alla noia, il Marchese del Grillo architetta continua burle da cui non si salva neppure il Pontefice, e si mescola spesso al popolo, frequentando bettole e osterie, e proprio al termine di una di queste serate trova un ubriaco, il carbonaio Gasperino, che è il suo perfetto sosia. Spinto dal gusto della beffa, Onofrio lo raccoglie e lo porta a casa dove metterà su una geniale farsa facendo passare il povero Gasperino per se stesso agli occhi dei suoi stessi parenti, che non si accorgono della sostituzione.

GENIALE LA BATTUTA DEL PROTAGONISTA VERSO IL POPOLINO: Io sò Io e voi non siete un cazzo! A dimostrazione di quanto poco valesse la gente comune nello Stato Pontificio di fine '  700. Altro che idee illuministiche di eguaglianza tra gli esseri umani.......


TRAMA AMARA DI UN UOMO INCAPACE DI CAPIRE CHE IL SUO MONDO DI INSEGNANTE SECONDO LA TRADIZIONE FASCISTA, E' ORAMAI FINITO E SENZA SPERANZA, IN UNA ITALIA DI INIZIO DEL BOOM ECONOMICO. UN UOMO DEL PASSATO CHE SOPRAVVIVE AL PRESENTE, INCPACE DI CAPIRLO.

Antonio Mombelli è un maestro elementare, sposato con Ada, moglie frustrata che non manca di tradirlo. L'uomo abbandona la carriera scolastica per aiutare la consorte ed il cognato ad aprire un calzaturificio, secondo il principio, caro all'Italia del boom economico, dell'impresa fatta nel sottoscala di casa.

TRAMA: A Vigevano nel periodo del boom economico si assiste ad un grande sviluppo di fabbriche calzaturiere, e molte persone, spinte dal desiderio di benessere, investono nelle nuove imprese con la speranza di fare fortuna. Il protagonista, il “maestro di Vigevano”, insegnante in una scuola elementare che fatica ad arrivare alla fine del mese e cerca di integrare il suo magro stipendio dando lezioni private, viene spinto controvoglia dalla moglie, donna ambiziosa e attaccata al denaro, a lasciare il lavoro e dedicarsi , grazie alla sua liquidazione, all’impresa . Questa scelta arriverà a modificare totalmente la vita del protagonista, che sarà funestata da eventi negativi: la morte del figlio appena nato; la scoperta del tradimento della moglie; la delazione alla polizia tributaria dei suoi affari aziendali da parte di un collega di scuola, con il quale il maestro si era incautamente confidato; infine la morte della moglie stessa che gli confiderà che Rino, sul quale aveva posto tante speranze, non è suo figlio. Questo porterà il protagonista ad allontanarsi sempre più dal ragazzo, il quale infine sarà mandato in una casa di correzione. Il maestro di Vigevano, più solo che mai, alla fine riuscirà a tornare alla scuola e riprendere il suo posto nella società a cui appartiene.