VIDEODROME

Max Renn possiede una rete televisiva che cerca una sua collocazione nell'etere offrendo, come lui afferma, alla gente ciò che vuole vedere, cioè sesso e violenza. Quando un tecnico gli mostra una brevissima emissione di una sconosciuta emittente denominata Videodrome Max ne resta colpito. La violenza che vi viene mostrata è, secondo lui, simulata con grande verismo. Poter avere quei programmi sulla sua rete gli permetterebbe di avere finalmente un'audience ampia. Non sa che sta infilandosi in un tunnel di orrori che lo trasformeranno anche fisicamente.

Cronenberg, il regista, si propone di provocare nello spettatore delle reazioni sincopatiche (il cinema di Cronenberg le cerca e le provoca con precisa consapevolezza), ed  è il salto di qualità, che potremmo anche definire profetico per l'epoca.

La televisione non si accontenta più di modificare i comportamenti e non è nemmeno, come semplicisticamente ed ingenuamente vorrebbe Max, il protagonista, una sorta di benefattore che permette di sublimare nella visione istinti primordiali che altrimenti inquinerebbero la società.
La televisione si fa carne, nuova carne (con un'allusione di carattere teologico), si fa Chiesa (Catodica) ed è al contempo strumento di chi vuole controllare politicamente le masse. Tutto questo senza risparmiare colpi bassi allo spettatore impreparato grazie agli effetti speciali di Rick Baker che trasforma l'addome di Woods in una caverna di carne (la si può pensare come una vagina ma non solo) che fagocita una pistola così come una videocassetta pulsante di una vitalità devastatrice.