GALEAZZA  VENEZIANA 

La protagonista della famosa battaglia di Lepanto nel 1571.

                                                                                                    GALEAZZA VENEZIANA

                                                                                                                       Lepanto 1571

                                        Modello in scala 1/100

Galeazza
Lunghezza50 m
Larghezza8 m
Propulsione                                           mista (remi e vela)


 

La galeazza è un tipo di galea da guerra usata principalmente nel Mar Mediterraneo a partire dal XVI secolo. Si differenziava dalla comune galea sottile per le maggiori dimensioni, il gran numero di artiglierie e la possibilità esclusiva tra le galee - di effettuare il tiro laterale.


Questi navi, utilizzate per la prima volta nella battaglia di Lepanto, rappresentarono il passaggio tra la galea e il veliero da guerra.

La galeazza era usualmente dotata di 3 alberi, castello di prua, castello di poppa e due ponti. Poteva portare dai 32 ai 46 banchi di rematori (remi a scalaccio) e montare 36 grossi cannoni, più altri di minor dimensione.

La galeazza era sviluppata sulla base di larghe galee mercantili dette galee grosse, da tempo non più convenienti in seguito alla riduzione dei traffici mediterranei.

Poiché venivano convertite per l'uso militare dovevano essere tendenzialmente alte e larghe (anziché leggere); montavano un elevato numero di cannoni, che venivano posizionati per la maggior parte lungo i lati sparsi qua e là tra i remi e nel castello di prua.

Il modello della galeazza venne sviluppato dalla Repubblica di Venezia che riuscì quindi ad ottenere navi che potevano competere con le galee ordinarie.
Ne vennero costruite relativamente poche, ma ebbero comunque molta importanza, in particolare nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), durante la quale la potenza di fuoco delle sei galeazze veneziane presenti (al comando del provveditore Francesco Duodo), impiegate per la prima volta, furono determinanti nel portare alla vittoria la flotta cristiana.

Le galeazze furono apprezzate anche dal grande ammiraglio veneziano Francesco Morosini, tanto che una di queste imbarcazioni fu da lui scelta come ammiraglia della flotta.

Quattro galeazze atte a tenere il mare accompagnarono anche l'Invincibile Armata nel 1588.

Le acque poco profonde, le coste frastagliate, il clima mite e i venti debolmente variabili del Mediterraneo permisero alle galee e alle galeazze di sopravvivere fino agli inizi del XVIII secolo.

Il vascello più importante dello schieramento cristiano nella battaglia di Lepanto  era, dunque, la galeazza veneziana. Al contrario della galea comune, questa è sovradimensionata, con ponte a coprire i banchi dei rematori. Parzialmente corazzata e pesantemente armata non solo a prua e a poppa ma anche sulle fiancate.

Solo sei di queste unità rinforzavano lo schieramento cristiano a Lepanto, ma furono devastanti sia per le galere nemiche sia per il morale dei loro equipaggi. Con la galeazza si raggiunse l'apice dell'evoluzione della galera, ma nel contempo essa ne rappresentò anche il canto del cigno. Le galee con la loro propulsione a remi furono progressivamente sostituite da velieri a vela quadra e quindi progressivamente abbandonate.

In ogni caso, la vittoria di Lepanto bloccava definitivamente un eventuale predominio turco nel mare adriatico.