Raymond Loewy

Raymond Loewy - Il grande genio che ha rivoluzionato il design industriale del secondo dopoguerra.
Grazie a lui, oggi apprezziamo le automobili non solo per le loro prestazioni ma anche per il loro aspetto. 

Grazie a lui anche la CocaCola ha rivoluzionato il modo del bere quotidiano, grazie alla invenzione della sua caratteristica bottiglietta.

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Raymond Loewy è stato uno dei designer più famosi di sempre: ha rivoluzionato il design industriale del secondo dopoguerra (tra le sue opere più importanti troviamo il pacchetto di sigarette Lucky Strike, la livrea dell’Air Force One e i loghi di Shell e Exxon) e si è cimentato anche con le auto. Scopriamo insieme la sua storia.
 
Raymond Loewy, la biografia

Raymond Loewy nasce il 5 novembre 1893 a Parigi (Francia) e fin da ragazzo mostra un grande talento per il disegno. A 21 anni combatte nella Prima Guerra Mondiale con l’esercito transalpino e nel 1919 si trasferisce negli USA.
 
I primi passi

Loewy inizia a lavorare negli States come vetrinista e come disegnatore di moda per riviste prestigiose (Vogue e Harper’s Bazaar) e nel 1929 realizza il suo primo progetto di design industriale quando viene chiamato dall’azienda britannica Gestetner per lavorare al restyling di un ciclostile.
 
I primi veicoli

Nel 1932 Raymond Loewy disegna la sua prima automobile (la Hupmobile della Hupp), apre un ufficio a Londra e inizia a collaborare con la società statunitense Pennsylvania Railroad per la realizzazione di alcune locomotive. La prima – la GG-1 del 1936 – è anche quella più innovativa: merito dell’uso della saldatura al posto della rivettatura. Nello stesso anno viene inoltre chiamato dalla Casa automobilistica statunitense Studebaker per lavorare come consulente.
 
Prima della guerra

Nel 1938 Loewy diventa cittadino americano e l’anno seguente realizza la locomotiva elettrica PRR S1. La fama arriva però nel 1942 quando rinnova il pacchetto di sigarette della Lucky Strike rendendolo com’è ancora oggi.
 
In anticipo sui tempi

Dopo la Seconda Guerra Mondiale Raymond Loewy si concentra sul design delle nuove Studebaker anticipando forme e tendenze che diventeranno comuni in ambito automotive solo nel decennio successivo. Nella seconda metà degli anni ’50 lascia l’azienda americana e collabora al progetto della prima generazione della britannica Hillman Minx.
 
Auto e aerei

Nel 1959 – anno di debutto della Sunbeam Alpine Series da lui disegnata – Raymond realizza il logo della compagnia aerea americana TWA mentre l’anno dopo rielabora una Lancia Flaminia Coupé (personalizzazione nota come Loraymo) per usarla come vettura personale e la espone al Salone di Parigi.
 
Il 1962 è l’anno di lancio dell’auto più famosa disegnata da Raymond Loewy: la Studebaker Avanti. Un’elegante coupé caratterizzata da una coda riuscita, da un profilo sinuoso e da un frontale originale (ma anche, va detto, non particolarmente azzeccato) contraddistinto dall’eliminazione della griglia anteriore.
 
Nello stesso periodo, su richiesta dell’allora First Lady Jacqueline Kennedy modifica la livrea dell’aereo presidenziale Air Force One adottando le colorazioni blu, argento e bianco ancora oggi utilizzate e si occupa anche dell’arredamento degli interni.
 
Spazio, supermercati e petrolio
Il design di Raymond Loewy copre tutti i settori: dal 1967 al 1973 collabora nientepopodimeno che con la NASA per gli interni della stazione spaziale Skylab e della navicella Apollo mentre nel 1968 disegna il logo della catena olandese di supermercati Spar.
 
All’inizio degli anni ’70 Loewy vende il suo studio statunitense e si concentra sul mercato europeo e sul design dei loghi. I più importanti? Quelli di due compagnie petrolifere (adottati ancora oggi): quello della società anglo-olandese Shell creato nel 1971 e quello della “yankee” Exxon realizzato nel 1966 ma svelato solo nel 1973.
riassumendo
trascorse buona parte della vita negli Stati Uniti, dove era arrivato dopo aver combattuto per la Francia ed essere stato ferito nella Prima guerra mondiale, nel 1919 (raccontava di essersi imbarcato soltanto con l’uniforme e 50 dollari in tasca).
 
Qui iniziò lavorando come illustratore di moda per Vogue e Harper’s Bazaar, ma dagli anni Trenta iniziò a lavorare come designer industriale. La sua carriera è durata 60 anni, durante i quali ha progettato di tutto: dai frigoriferi, alle locomotive, alle pentole ad alcuni loghi che vediamo ancora, da quello di Shell a quello – pacchetto compreso – delle sigarette Lucky Strike. Loewy ha progettato anche l’ex logo di BP e quello di Exxon; negli anni Cinquanta ha ridisegnato la bottiglia di vetro della Coca Cola e i suoi distributori. Ha progettato numerose locomotive per la Pennsylvania Railroad e dalla fine degli anni Trenta ha lavorato a lungo per la casa di produzione automobilistica Studebaker: ha disegnato la Starliner del 1953, considerata tra le più belle auto mai realizzate, e nel 1963 l’Avanti.
 
Gli ultimi anni

Nel 1980 Raymond Loewy va in pensione e si ritira in Costa Azzurra. Muore il 14 luglio 1986 a Monte Carlo (Principato di Monaco).
L'eredità.
Le idee di semplicità e funzionalità cui Loewy si ispirò non erano nuove: erano state formulate in Europa dalla Bauhaus e da Le Corbusier. Ma si erano realizzate solo in oggetti destinati, in piccola serie, ai negozi eleganti.
Loewy, in proprio e come consulente delle maggiori industrie americane, ha trasformato il mondo degli oggetti fra cui si svolge la vita quotidiana di milioni di persone.
I suoi spigoli arrotondati, le forme aerodinamiche e i colori vivaci, la pulizia formale sono stati fondamentali per la definizione del design americano degli anni '60. Il lavoro di Loewy spaziò in moltissimi campi: frigoriferi, locomotive, tostapane e automobili, rossetti ed aerei, autobus e negozi, pacchetti di sigarette e interni di ufficio.
In particolare, per le sue attività di progettazione nel campo delle auto, con modelli come la Studebaker Avanti e la Studebaker Golden Hawk, Loewy è stato inserito, nel 1997 nella Automotive Hall of Fame.
Loewy si faceva pagare a percentuale sull'aumento delle vendite, e così faceva coincidere criteri estetici e finanziari. Questa difficile combinazione è ben espressa nel titolo della sua autobiografia: La bruttezza si vende male (Never Leave Well Enough Alone, 1951).
Progetti famosi.