L'Ermetismo

Col termine Ermetismo si indica un tipo di poetica che sorge intorno agli anni '20 e si sviluppa negli anni compresi tra le due guerre mondiali. 

La  definizione fu coniata in senso dispregiativo dalla critica tradizionale che intendeva condannare l'oscurità e l'indecifrabilità della nuova poesia, ritenuta difficile in confronto alle chiare strutture della poesia classica. Il nome deriva da Ermete o Mercurio, il dio delle scienze occulte, e fu adoperato in senso dispregiativo appunto da Francesco Flora nel suo saggio "la poesia Ermetica".

Esponenti principali di questa corrente letterario sono Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale, i quali sono considerati i caposcuola. Fanno parte della corrente letteraria anche autori come Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto e Mario Luzi. Gli autori ermetici, all'interno del movimento, cercano di distaccarsi dal modello culturale fascista.

Lo stile degli intellettuali ermetici è complesso da decifrare. Gli esponenti di questa corrente letteraria vanno alla ricerca di una "poesia pura", ovvero di tipo essenziale. In questo caso lo scopo della poesia diventa quindi quello di utilizzare la parola, laddove necessaria. Uno dei temi principali che la poesia ermetica ci vuole comunicare è la solitudine dell'uomo, il quale ha perso la sua fiducia verso i valori.